GRUPPO DI STUDIO PER IL DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITÀ

TEORIA DELL'ATTACCAMENTO E DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITÀ

Relazione del dott. E. Costantini (*)

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     Il modello proposto da G. Liotti per il trattamento dei pazienti con disturbo di personalità borderline si fonda sulla teoria dei sistemi motivazionali. Da studi di tipo etologico (v. Lichtenberg) è stato possibile classificare 5 tipi di sistemi motivazionali interpersonali:

  1. Sistema dell’attaccamento
  2. Sistema dell’accudimento
  3. Sistema sessuale
  4. Sistema agonistico
  5. Sistema collaborativo

     In aggiunta a questi sono stati ipotizzati altri due tipi: il sistema dell’affiliazione al gruppo ed il sistema del gioco, tuttavia gli studi sono ancora insufficienti per poterli aggiungere all’elenco dei principali sistemi motivazionali. L’attivazione di ciascuno di questi sistemi corrisponde, su un piano neurofisiologico, ad un’attivazione funzionale del sistema limbico. Tutti gli studi sono stati condotti prendendo in considerazione bambini di età non superiore ad 1 anno.

     Per attivazione di un sistema motivazionale si intende la messa in atto, da parte di un individuo, di una serie di comportamenti finalizzati all’ottenimento di un attivazione in un altro individuo di un sistema teso ad ottenere il raggiungimento di un obiettivo, tutto ciò accade sotto la spinta di emozioni molto intense. Quindi, all’attivazione di un sistema motivazionale in un soggetto, corrisponderà l’attivazione di un sistema motivazionale complementare in un altro soggetto. Al fine di attivare un sistema motivazionale non è necessaria la coscienza che questo stia accadendo.

- Sistema dell’attaccamento: si attiva quando il bambino o l’adulto si sentono particolarmente vulnerabili ed è finalizzato all’ottenimento di una rassicurazione. Per il raggiungimento di tale obiettivo è necessario che si attivi come sistema complementare, quello dell’accudimento.
- Sistema sessuale: si attiva per la conservazione della specie e per ottenere piacere.
- Sistema agonistico: è funzionale a stabilire la leadership, nel momento in cui la contesa finisce il sistema si disattiva e potrà attuarsi l’integrazione del soggetto nel gruppo.
- Sistema collaborativo: è il più rappresentato nell’uomo, quale finalizzato ad ottenere una concentrazione di energie di diversi individui atta a raggiungere un obiettivo comune. Questo è considerato il più evoluto dei sistemi.

     L’emozione che accompagna l’attivazione di un sistema motivazionale è "l’indicatore" di ciò che sta accadendo e segnala, nel contesto terapeutico, in che direzione è opportuno muoversi all’interno del sistema. Per esempio, un’emozione come la rabbia nel sistema dell’attaccamento è finalizzata a fare in modo che l’altro sia presente e fornisca un accudimento, mentre nel sistema agonistico l’intensità di tale emozione si riduce solo quando l’altro si sottomette.

     Per quanto riguarda il sistema dell’attaccamento sono stati individuati quattro pattern classificati in base al comportamento del bambino. Il sistema si attiva in maniera inconscia, ma il modo in cui il bambino si comporta è determinato dalla risposta che questo ottiene dalla figura di riferimento.

     Pattern A: Evitante. Il bambino attiva il sistema dell’attaccamento, ma si comporta come se non avesse bisogno di accudimento, apparendo sicuro. In realtà, il suo comportamento è in risposta al fatto che sa, avendolo appreso dall’esperienza, che nessuno risponderà alla sua richiesta attivando il sistema complementare.

     Pattern B: Sicuro. Il bambino attiva il sistema dell’attaccamento e, una volta ottenuta la risposta, può disattivarlo ripartendo verso l’esplorazione dell’ambiente.

     Pattern C: Ambivalente. Il bambino attiva il sistema dell’attaccamento, ma quando riceve una risposta non riparte verso l’esplorazione dell’ambiente.

     Pattern D: Disorganizzato. E’ quello che riguarda le persone affette da disturbo borderline di personalità ed i soggetti che vanno incontro ad episodi dissociativi ricorrenti. Il bambino non sa se e come la figura di riferimento risponderà all’attivazione del suo sistema dell’attaccamento. Degli individui che mettono in atto tale pattern, il 40% ha avuto traumi evidenti. Per il rimanente 60%, si ipotizza che la figura di riferimento nei due anni prima e/o dopo la nascita del bambino, abbia vissuto un’esperienza traumatica e sia impegnata ad elaborarla. Non si può dire si tratti di genitori trascuranti, ma si tratta frequentemente di situazioni in cui il bambino in cerca di accudimento si trova a relazionarsi con un genitore spaventato che non lo rassicura, tale condizione determina un reazione di "fuga" nel bambino, che provoca un aumento di intensità nell’attivazione del sistema dell’attaccamento.

     La strutturazione di un determinato pattern è di origine relazionale, nel senso che uno stesso bambino può strutturarsi secondo un pattern con una figura, o secondo un altro pattern con un’altra figura di riferimento. Tali esperienze relazionali comportano la costruzione di modelli operativi interni, che determineranno il livello di rappresentazione di sé e dell’altro. Nel pattern D si riscontrano rappresentazioni multiple ed incongrue l’una con l’altra, poiché se il bambino percepisce l’altro come perso nelle proprie difficoltà mentre lui stesso si trova in difficoltà percepirà sé e l’altro come impotenti.

     Considerando il sistema relazionale non costituito da una diade, ma da un triade, Karpman ha individuato, in riferimento ad una situazione simile a quella precedentemente descritta, un sistema così costituito:

SALVATORE

          VITTIMA                              PERSECUTORE

     Secondo il modello previsto dal pattern D, il comportamento disorganizzato si mitiga e si riorganizza nella relazione con l’adulto significativo attraverso l’attuazione di dinamiche di controllo o ponendosi in una posizione "down". Nel caso in cui l’accudimento da parte della figura di riferimento si verifichi con modalità fortemente erotizzate, il bambino si riorganizzerà attraverso una sessualizzazione, apprendendo l’attivazione di tale sistema per indurre l’attivazione del sistema dell’accudimento nell’altro.

     Il paziente borderline instaura frequentemente una relazione tipo pattern D con il terapeuta, osservando il passaggio da comportamenti seduttivi a svalutanti. Tale dinamica fa supporre l’efficacia della presenza di un coterapeuta nel percorso di cura, l’esistenza di due terapeuti permette al paziente di poter elaborare con uno il modello operativo messo in atto con l’altro e la possibilità di utilizzare diversi modelli operativi. Inoltre, lo strutturarsi della terapia con compiti diversi tra i due terapeuti permette l’attivazione del sistema di collaborazione tra i due, permettendo al paziente di ridurre l’attivazione del sistema dell’attaccamento nei confronti un solo terapeuta.. Infine, data la scarsa strutturazione delle capacità metacognitive nel paziente borderline, ed essendo queste strettamente correlate all’intensità della spinta all’attaccamento, la riduzione di quest’ultima determinerà un miglioramento di tali capacità incrementando, quindi, le funzioni di elaborazione ed autoriflessione.

(*) La trascrizione è a cura della dott.ssa Grasso, così come le note bibliografiche riportate di seguito in riferimento all’argomento trattato.

  1. Lichtenberg J.D.: Psicoanalisi e sistemi motivazionali, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1995
  2. Fonagy P., Target M.: Attaccamento e funzione riflessiva. A cura di Vittorio Lingiardi e
    Massimo Ammaniti, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2001
  3. Liotti G.: Il nucleo del Disturbo Borderline di Personalità: un'ipotesi integrativa. Su internet, all’indirizzo http://www.psychomedia.it/pm/modther/probpsiter/liotti-1.htm
  4. Karpman, S. B. Fairy Tales and Script Drama Analysis. TRIANGOLO DRAMMATICO. Transactional Analysis Bulletin, 7(26), 39-43, 1968
  5. Costantini E., Iannucci C.: Il sogno come processo di attribuzione di significato e segnale di cambiamento in una psicoterapia ad orientamento cognitvo-evolutivo. In: Il sogno in
    psicoterapia cognitiva, Melusina Editrice, Roma, 1992
  6. Intreccialagli B., Costantini E.: Una analisi cognitiva evolutiva degli esiti del maltrattamento infantile in età adulta, Psicobiettivo, N. 3, 1991
  7. Costantini E., de Angelis G., Iannucci C., La Rosa C., Miti G., Onofri A., Pancheri L., Tombolini L.: Un'esperienza di psicoterapie cognitive a termine effettuate in ambito universitario: analisi delle variabili legate ai drop-out, Rivista di Psichiatria, 3, 103-114, 1988

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