GRUPPO DI STUDIO PER IL DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITÀ

SCISSIONE VERTICALE, NARCISISMO E PERVERSIONE

Relazione del dott. G. Di Leone

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     Nel corso dell’analisi di pazienti con un disturbo narcisistico di personalità, Kohut (1971, 1978) ha avuto modo di individuare un complesso processo difensivo a cui ha dato il nome di scissione verticale.

     Si tratta della combinazione di meccanismi di scissione verticale ed orizzontale (rimozione nel senso classico) volti a regolare i flussi narcisistici nei pazienti e che determinerebbe una serie di effetti sulla loro personalità. Comportamenti ispirati a grandiosità e accompagnati o meno da perversione, situati in un settore scisso verticalmente della psiche, possono coesistere coscientemente con sentimenti di vuoto e di profonda inibizione, mentre il nucleo centrale della personalità rimane rimosso e poco sviluppato. Per Kohut la combinazione di questi meccanismi lascia coesistere fianco a fianco, come se la mano destra non sapesse quello che fa la sinistra, atteggiamenti con mete narcisistiche e/o perverse consce con altre ispirate a valori morali ed estetici che risiedono nel settore centrale del Sé.

     La funzione della scissione verticale è quella di difendere il settore centrale del Sé dall’intrusione di quote di narcisismo immodificato. Ciò che desta particolare ansia è il timore della perdita di realtà conseguente all’eventualità di fondersi con l’immagine idealizzata dell’oggetto-sé, fino a raggiungere un contatto con la divinità e l’universo. La realtà può essere perduta anche a causa di una grandiosità illimitata; queste sensazioni sono accompagnate da vergogna e senso di isolamento insopportabile causate dall’intrusione di esibizionismo grezzo, e preoccupazioni sulla salute fisica e psichica per l’iperinvestimento separato di mente e corpo. La prima parte del lavoro analitico dovrebbe ridurre la scissione verticale esistente nel Sé fra aspetti di grandiosità e/o perversione e sensazioni di vuoto e inibizione, in modo da integrarli nella totalità del Sé. Successivamente l’analista dovrebbe accogliere le richieste dei narcisismo originario rimosso scevro da ogni atteggiamento pedagogico. L’obiettivo dell’analisi è di integrare la spinta del narcisismo grossolano in mete e ambizioni realistiche.

     La scissione verticale, sarebbe causata da un atteggiamento della mamma che premia gli aspetti narcisistici del bambino più conformi alle sue esigenze, impedendo in questo modo lo sviluppo del suo narcisismo indipendente.

     Goldberg, allievo e collega di Kohut, tratta della scissione verticale in due libri, uno è “Perversione e perversioni” (1998) e l’altro è “La mente che si sdoppia” (2001), con l’intento di esplorare alcune particolari situazioni cliniche alla luce della psicologia del Sé.

     Per Goldberg, le perversioni determinano un modo di vedere insufficiente e imperfetto, “una sorta di cecità”, che avrebbe lo scopo di sanare spaccature nello sviluppo del senso di realtà, sia in persone sane che nevrotici, borderline e psicotici. Dopo aver ricordato che Kohut ha “verticalizzato” il concetto di scissione, Goldberg ipotizza che nella perversione confluiscano le dinamiche edipiche insieme a una riduzione del senso di realtà dovuto all’opera esercitata dalla scissione verticale. Per Goldberg una particolare visione unificata delle cose e del mondo viene costruita con i genitori tramite omissione o scarti di aspetti non desiderati, fino a che il bambino attraverso il rinnegamento assume attivamente la funzione sintetica. Nel successivo libro, “La mente che si sdoppia”, riprende i temi del primo. A proposito della scissione, menziona la sindrome neurologica della “mano aliena” che colpisce persone che hanno subito la rimozione del corpo calloso o danni cerebrali anatomicamente simili. Dopo l’operazione queste persone, riescono a controllare una mano, mentre l’altra sfugge al loro controllo e sembra avere una vita propria spesso in contrasto con la prima. In questo libro, Goldberg mette più in evidenza il ruolo della famiglia nel costruire la scissione verticale, come se nel rapporto fra genitori e figli avesse luogo un incastro. In pratica i genitori invierebbero messaggi non solo contraddittori su come sono loro stessi e su come vogliono che i figli diventino, ma questi messaggi oltre che contraddittori non sono chiari, ma sempre velatamente nascosti.

     Goldberg riporta altri casi secondo lui tipici di scissione verticale, come un certo tipo di infedeltà, casi di acting-out sessuali e di bugie patologiche.

     La scissione verticale varia secondo si tratti di disturbi della personalità, di disturbi del comportamento o di disturbi della personalità multipla.

     I comportamenti paralleli non sarebbero dovuti a “buchi” nel Super-io che risulterebbe abbastanza integro. Il comportamento parallelo emergerebbe in seguito a rotture nella coesione del Sé.

     Nel trattamento terapeutico, secondo i valori di riferimento che lo ispirano, alla “cecità” del paziente può corrispondere quella del terapeuta. Un altro problema tecnico che il terapeuta si trova ad affrontare riguarda da una parte l’empatia con gli aspetti di scissione del paziente e dall’altra lo sperimentare il giudizio su di lui.

Note bibliografiche

1.      Mollon P., Liberare il Sé. L’eredità terapeutica di Heinz Kohut. Borla, 2002
2.      Goldberg A., Perversione e perversioni. Bollati Boringhieri, 1998
3.   Goldberg A., La mente che si sdoppia. La scissione verticale in psicoanalisi e psicoterapia. Astrolabio, 2001

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